Maturità del procurement: come sta effettivamente evolvendo la gestione del procurement in Italia e in Europa?

LA MATURITA’ DEL PROCUREMENT IN ITALIA E IN EUROPA: ECCO I RISULTATI DELL’INDAGINE (Parte1)

Negli ultimi 10 anni la gestione del Procurement  ha subito una innegabile evoluzione positiva che ha rivalutato questa funzione diventata sempre più strategica per il successo e spesso anche per la stessa sopravvivenza delle Aziende. Ma come capire effettivamente a che punto è tale evoluzione in Italia e in Europa? La mia personale sensazione, almeno in Italia, è che siamo in una situazione che definirei a “macchia di leopardo” che anche molto legata alla dimensione delle aziende.

Per riuscire a fare un quadro attuale su tale argomento, in ProcOut abbiamo effettuato un’analisi sullo stato del Procurement in Italia ed in Europa per comprenderne sempre meglio l’evoluzione anche in base alla dimensione dell’azienda. A tale scopo abbiamo costruito un sondaggio basato su 5 semplici domande. L’obiettivo era di avere uno strumento semplice di rapida compilazione e che comunque desse delle indicazioni concrete, in questo modo siamo riusciti ad ottenere un numero consistente di risposte.

Naturalmente tale sondaggio non è da considerarsi esaustivo né tanto meno completo ma sicuramente da molti spunti di discussione che ci aiutano a capire in quale stadio è effettivamente oggi in Italia e in Europa l’evoluzione del Procurement.

Le domande fanno riferimento ai 5 temi fondamentali nella gestione di una struttura di Approvvigionamento e cioè:

  1. Quantità di spesa controllata

  2. Obiettivi di Saving

  3. Visibilità e Analisi della Spesa

  4. Frammentazione del parco fornitori

  5. Utilizzo della tecnologia

Per ognuna delle domande relative agli argomenti su elencati abbiamo indicato 5 possibili risposte di grado crescente in base al livello di “Maturità” di gestione del Procurement, e cioè:

  • Immatura

  • Elementare

  • Proattiva

  • Strategica

  • Best in Class

Abbiamo così avuto indicazioni sul “Livello di Maturità del Procurement in Italia ed in Europa“.

L’indagine è durata 2 anni ed ha raccolto

  • In Italia: 155 risposte da parte altrettante Aziende

  • Nel resto dell’Europa: 174 risposte da parte di altrettante Aziende

Le figure professionali interpellate attraverso tutti i canali di comunicazione tradizionali e via web sono di: Direttori e Responsabili Acquisti, CEO, Direttori Generali, Direttori Supply Chain, nonché Imprenditori.

I risultati sono stati poi suddivisi in base alla dimensione delle Aziende:

  • MICRO + PMI

  • GRANDI

  • TOTALE AZIENDE

Vi proponiamo qui di seguito i risultati relativi all’Italia in 5 tabelle (una per ogni domanda), rimandando ad un prossimo articolo quelli relativi al resto dell’Europa. Per ciascuna tabella trovate un mio personale commento solo di stimolo a chiunque voglia contribuire nella lettura di tali dati.

Ringrazio sentitamente tutti coloro che hanno partecipato operativamente alla realizzazione di questa indagine e soprattutto quanti hanno compilato il sondaggio il cui contributo a mio avviso è stato preziosissimo.

RISULTATI DEL SONDAGGIO

1.Quantità di Spesa Controllata

A mio avviso la prima sorpresa… oltre il 50% della spesa non è tenuta sotto controllo dalla struttura di Procurement in circa il 30% non solo delle PMI ma anche delle Grandi Aziende. Quindi non sempre “Grande” vuol dire ben organizzato ed evoluto.

2.Obiettivi di Saving

Mentre nelle Grandi aziende è un argomento ormai consolidato e gestito, nelle Micro e PMI c’è ancora molta strada da fare

3.Visibilità ed Analisi della Spesa

Per sapere come e quanto possiamo risparmiare… è necessario sapere come e quanto spendiamo”

In questo caso più che il risultato sulle MICRO e PMI, che davo per scontato, mi sorprende un valore di oltre il 30% di Grandi Aziende che non ha una visibilità completa della propria spesa e quindi non ha mai eseguito un’adeguata Analisi della Spesa

4.Frammentazione del Parco Fornitori

Ecco un argomento, legato anche al rapporto stesso con i fornitori, che farà la differenza nel prossimo futuro in ottica di Procurement 4.0. Qui si evidenzia una situazione di grave difficoltà da parte di tutte le aziende. In particolare vedere che solo un 36% delle grandi aziende gestisce in modo strategico tale tema è secondo me sorprendente. Qui c’è tanto spazio di miglioramento a cominciare da una migliore gestione della “Tail Spend e sicuramente della “Maverick Spend”…

5.Utilizzo della Tecnologia

Altra sfida a cui bisogna essere pronti in ottica di Procurement 4.0… In questo caso mentre le grandi aziende sono sulla buona strada, e questo era anche prevedibile, molto differente è la situazione nelle PMI. La ragione in questo caso è da ricercare solo in parte nell’approccio a tale funzione ancora molto tradizionale diffuso nelle PMI, A mio avviso, la principale ragione che vede oggi ancora poche PMI adottare una piattaforma di eProcurement per gestire gli Acquisti è dovuta ai tanti player di mercato in questo ambito che nella maggior parte dei casi offrono prodotti solo per un target di Grandi Aziende e quindi costosi, complessi, e di non immediato utilizzo. Le PMI avrebbero invece bisogno di piattaforme economiche, semplici (che permettano di gestire il parco fornitori e le attività basilari del ciclo di acquisto) ma soprattutto di facile e immediato utilizzo.

Razionalizzare i Fornitori = Ridurre i Fornitori? Oggi, in una moderna ed efficace gestione degli Acquisti, non è più vero.

Cosa vuol dire “Razionalizzare i Fornitori”?

Oggi il termine razionalizzazione dei fornitori non può essere solo legato a concetti di ottimizzazione e priorità della base dei fornitori in uso, ma deve toccare inevitabilmente argomenti come: la gestione del rapporto con i fornitori, il loro numero, i prezzi che applicano, i rischi etc. … In realtà la comune opinione che razionalizzare vuol dire “tagliare/ridurre” va alquanto modificata.

Un attento lavoro di mappatura della base dei fornitori con cui si opera potrebbe infatti portare anche ad un aumento del loro numero con conseguente aumento delle opportunità che possono derivare da ciò. Elemento fondamentale per una analisi efficace della base fornitori e una conseguente razionalizzazione è una visibilità completa delle informazioni su ciascun fornitore che ci aiuteranno a conoscere nel dettaglio: da chi si sta comprando, quanto si acquista e soprattutto quanto costa alla nostra organizzazione farlo.

In sintesi, bisogna partire da una accurata Analisi della Spesa in cui, tra i vari elementi che vanno indagati i due che giocano un ruolo fondamentale sono senz’altro:

  1. Le Categorie Merceologiche (“che cosa compriamo”)

  2. I Fornitori (“da chi compriamo, quanto compriamo e a quali prezzi”)

In particolare, le informazioni relative ai fornitori vanno analizzate anche dal punto di vista del rischio, dei costi di processo e della sostenibilità. In definitiva razionalizzare vuol dire costruire la migliore base di fornitori per la propria organizzazione. Ciò può comportare decisioni molto diverse che vanno da una scelta di un fornitore che possa farci approvvigionare materiali diretti in tempi rapidi a quella di un altro fornitore che debba dare uno specifico servizio legato al business aziendale. Nel primo caso infatti la scelta dovrà essere dettata dai prezzi e dal rischio nel secondo caso sarà invece influenzata, molto di più, dal costo legato al business da trattare. Nella ricerca di queste informazioni ci sarà di grande aiuto l’applicazione al parco fornitori della Matrice di Kraljic passando per le singole categorie e sottocategorie merceologiche.

Evoluzione della razionalizzazione dei fornitori

Il primo obiettivo di una razionalizzazione del parco fornitori è stato quello di risolvere un problema di costi, affrontando un “virus” tanto più letale quanto più grande si presenta la struttura aziendale e di conseguenza i rapporti diretti dei vari reparti con una notevole quantità di fornitori, ossia la famosa “Maverick Spend” (la spesa fuori controllo…). Ora, la pur “sacrosanta” riduzione della spesa Maverick viene effettuata, tra l’altro, con una riduzione del numero di fornitori con l’obiettivo di riportare una parte della spesa nuovamente sotto controllo. Tuttavia, le organizzazioni che si sono già occupate della Maverick Spend con successo, oggi sono alla ricerca di strade più dinamiche per aumentare l’efficienza e l’efficacia dei fornitori. Questa seconda forma di “razionalizzazione dei fornitori” mira a mettere ordine e logica verso tutti gli aspetti dell’ambiente di fornitura partendo da una serie di quesiti e conseguenti decisioni per migliorare la relazione con i fornitori. Ecco solo alcuni esempi:

  • Abbiamo bisogno di rinegoziare con un fornitore? (magari per sopraggiunti cambiamenti di situazioni al contorno: mercato, esigenze interne, etc. …)

  • Questo fornitore ci può fornire di più?

  • Abbiamo bisogno di focalizzarci maggiormente sul processo di acquisto per quest’altro fornitore?

  • Vale la pena (costi, tempi, sforzi) risolvere un problema con un fornitore o è meglio seguire un’altra strada?

  • Siamo sempre certi che questo fornitore sia il nostro miglior partner?

  • Etc. …

Ecco che la razionalizzazione dei fornitori assume un significato ben più profondo e analitico ma soprattutto non è più un processo standard valido per tutti i fornitori in gioco e tanto meno un semplice metodo che ha l’unico scopo di ridurre il numero dei fornitori…

Il segreto per riuscire in una corretta razionalizzazione dei fornitori

Una Direzione Acquisti, anche se ben strutturata e con professionisti di alto livello, non potrà mai (come del resto tutte le altre funzioni aziendali) risolvere da sola tutti i problemi e le criticità aziendali (e intendo proprio tutte e cioè anche quelle di “ufficiale” responsabilità del Procurement…). Il segreto è quindi: La Collaborazione del Procurement con tutte le strutture aziendali, tanto più se l’argomento da affrontare sono i Fornitori. Le relazioni con i fornitori non sono di “proprietà” del Procurement o di singole strutture e tanto meno di singole persone (come purtroppo ancora oggi molto spesso accade…). Il Buyer che lavora insieme ai clienti interni nelle decisioni di razionalizzazione dei fornitori garantisce che tali decisioni non siano in contrasto con le esigenze del cliente interno… Di contro il cliente interno ha il dovere di coinvolgere la struttura acquisti ben prima e per attività di ben maggiore valore aggiunto rispetto alla “semplice” attività di emissione di un ordine di acquisto… Se tutto ciò non accade anche la razionalizzazione dei fornitori rischia di andare in direzione opposta rispetto agli obiettivi di business aziendali producendo danni a volte irreparabili…

In sostanza quindi le strutture che necessitano di relazioni con I fornitori (in particolare per quelli legati alle Attività “core”) devono essere rassicurate che il Procurement non sia di ostacolo ai propri obiettivi ed al ruolo dei propri fornitori. Per ottenere ciò i professionisti che lavorano nella struttura acquisti, in particolare i Category Managers/Buyers, devono dimostrare ai clienti interni di avere profonde competenze relative agli ambiti in cui i fornitori vengono utilizzati. Lo scopo è quello di dimostrare le capacità del Procurement mettendo al servizio dei clienti interni quelle metodologie che permetteranno di raggiungere in modo ancora più efficace gli obiettivi aziendali.

Le azioni di razionalizzazione dei fornitori posso quindi diventare un modo per il Procurement per far capire alle strutture interne come migliorare le modalità e quindi i risultati degli acquisti verso i fornitori prescelti. Infatti, come è spesso evidente, i rapporti informali tra clienti interni e fornitori generano un processo di acquisizione ed il conseguente ciclo passivo altamente inefficiente con impatto decisamente negativo sia sul cash flow del fornitore che sulla struttura che acquista. Per esempio, inserire i fornitori in un Sistema P2P dando accesso alle diverse strutture ad una piattaforma di acquisto sarà una delle azioni di razionalizzazione dei fornitori che può senz’altro migliorare il rapporto tra chi fornisce e chi acquista.

Il ruolo dei fornitori

Anche in un processo di razionalizzazione del parco fornitori, a maggior ragione se questo non vuole dire, semplicemente, ridurne il numero, diventa fondamentale la “Supplier Collaboration” . I fornitori andranno quindi coinvolti in maniera decisa nel processo e relativa analisi. Essi infatti dovranno lavorare insieme al cliente nella giusta direzione per permettere il raggiungimento degli obiettivi di razionalizzazione. Per il fornitore, capire il vero significato di razionalizzare dato dal cliente vuol dire valutarne i rischi e le opportunità e diventare esso stesso fonte di suggerimenti per il cliente.

Quindi, i fornitori potranno gestire i possibili rischi modificando il proprio business o almeno adattandolo ai nuovi requisiti del cliente. Anzi, il nuovo comportamento del fornitore dovrà essere quello di essere pronto a razionalizzare continuamente il proprio business in base alle esigenze del cliente ma in un ruolo non passivo bensì attivo.

Riassumendo

  1. Per poter operare un corretto processo di razionalizzazione del parco fornitori il Procurement deve necessariamente dimostrare una conoscenza approfondita del business e delle sue necessità in termini di prodotti (beni e servizi), qualità, rischi e attese dei clienti interni. Ciò faciliterà la gestione dei rapporti con i fornitori distinguendone gli aspetti commerciali da quelli operativi. Sarà però indispensabile la volontà di reciproca comprensione e collaborazione da parte di tutte le funzioni aziendali e naturalmente un Top Management che dia chiari orientamenti strategici in tal senso.

  2. Sarà importante prendersi tutto il tempo necessario per capire dove siano le opportunità di razionalizzazione. Nei contratti, nella relazione, nei processi o nella scelta dei prodotti. Inoltre, approfondire con attenzione i dati presenti sul Sistema P2P relativi al parco fornitori.

  3. I rischi legati alla razionalizzazione andranno profilati ed analizzati con grande attenzione, evidenziando quali saranno gli effetti della razionalizzazione in termini di benefici e nuove sfide.

  4. Non deve inoltre mancare una valutazione sul peso degli sforzi messi in gioco per la razionalizzazione in termini benefici o eventuali effetti negativi. In particolare, gli impatti sull’organizzazione, sia positivi che negativi, sui servizi al cliente, la qualità del prodotto, nonché i rischi legali e la sostenibilità.

  5. La parola d’ordine è “Analizzare”. Affinché azioni di razionalizzazione paghino bisognerà prendere decisioni sui singoli fornitori e non fermarsi ad azioni generali sull’intero parco fornitori. Per fare ciò è necessaria una completa e accurate banca dati, diventerà quindi indispensabile l’uso di strumenti non solo per la gestione operative degli acquisti (P2P) ma di supplier management nonché di reportistica di tutti i dati, in sintesi di una completa piattaforma di e-Procurement.

  6. Non bisogna mai dimenticare di lavorare “con” i fornitori e non “contro” di loro. Ci potranno essere opportunità sia per loro che per il cliente persino quando la razionalizzazione sembra chiudere la porta della relazione.

In conclusione, direi che l’equazione evidenziata nel titolo si deve trasformare in:

RAZIONALIZZARE I FORNITORI = ALLINEARE I FORNITORI ALLE ESIGENZE E STRATEGIE AZIENDALI

Gestione dei fornitori, costi e tempi di approvvigionamento e forme aggregative tra imprese.

Gestione dei fornitori, costi e tempi di approvvigionamento e forme aggregative tra imprese

ProcOut si rivolge ad aziende che credono nell’importanza di una più attenta gestione dei fornitori e della fornitura (Vendor Rating) e migliorare i loro processi
di acquisto riducendo costi e tempi di approvvigionamento (Strategic Sourcing).

Riconoscere l’importanza strategica del comparto approvvigionamenti è fondamentale per riuscire a raccogliere gestione dei fornitorile sfide del mercato globale.

Per aumentare le proprie opportunità di business ed essere più competitive, queste aziende devono

  • eliminare gli sprechi
  • migliorare la produttività
  • incrementare efficienza e redditività
  • ottimizzare la gestione del magazzino
  • formare e motivare il personale addetto agli approvvigionamenti
  • recuperare risorse da destinare al “core business”

I nostri clienti più piccoli (PMI) sono favorevoli all’utilizzo di forme aggregative tra imprese (Gruppi d’Acquisto Virtuali) per raggiungere la massa critica necessaria ad aumentare il loro potere di  negoziazione sul mercato.

Queste aziende vogliono al loro fianco un partner affidabile che lavori con metodo, efficienza, trasparenza, esperienza specialistica e rapidità di intervento che consenta loro di velocizzare la propria capacità di gestione del cambiamento attraverso un approccio strutturato verso il business e i processi organizzativi.

Il Rischio nel Procurement

rischio nel procurement

Il Rischio nel Procurement cominciamo a farci alcune domande…

Nel mondo del business il concetto di rischio e di gestione del rischio è recentemente diventato onnipresente; in particolare vi parleremo del Rischio nel Procurement.

Senza il rischio, le imprese, come oggi le conosciamo, probabilmente non potrebbero nemmeno esistere. Per competere, crescere e acquisire vantaggio, le aziende hanno bisogno di correre rischi; ed è proprio quello che le aziende fanno. Anche se il rischio di business esiste da quando è nato il commercio, ci dobbiamo rendere conto che, rispetto al passato, la situazione nell’attuale 21° secolo è chiaramente diversa. Certamente più complicata per via della continua accelerazione della evoluzione tecnologica e a causa della globalizzazione dei mercati.

rischio nel procurement

Facciamo un esempio banale: i segnali di cautela e di massima attenzione per ridurre i rischi legati alla sicurezza sul lavoro. Sicuramente sono ormai diffusi in qualsiasi ambiente di lavoro, anche quelli meno strutturati. Altro esempio importante è costituito dalla gestione del rischio finanziario verso il quale tutte le imprese si stanno attrezzando.

Ma cosa si fa oggi per proteggersi dal rischio nel Procurement?
Forse ancora troppo poco…

Il problema è che, sebbene ci si renda conto che tali rischi esistono, tuttavia, poche aziende traducono questa preoccupazione in una capacità formale di gestione del rischio nel procurement o di approvvigionamento.

Il rischio non dovrà essere misurato “opportunisticamente” solo “caso per caso”. C’è bisogno di una capacità di gestione dei rischi strutturata all’interno anche dell’organizzazione Acquisti di ogni impresa, soprattutto nell’odierna situazione economica globale che vede i mercati di approvvigionamento in forte turbolenza e volatilità. I professionisti del Procurement devono mettere in atto decisioni ed azioni allo scopo non solo di competere ma di sopravvivere…

E’ necessario quindi che anche nel Procurement si sviluppi una strutturata capacità di gestione del rischio formale e sostanziale creando una adeguata visibilità sui problemi di prestazioni dei fornitori e dei rischi di approvvigionamento e consentendo una più ampia collaborazione con i fornitori.

L’argomento è quindi importante, molto ampio e così delicato da non poter essere affrontato in un semplice articolo. Ecco perché, come primo approccio al problema, propongo qui di seguito una serie di domande iniziali da porsi e che possono aiutare a prenderne coscienza e ragionare sulle azioni da attivare per cominciare ad affrontare in maniera più strutturata e razionale il rischio nel Procurement cercando così di combattere questo problema.

Aspetti generali
  1. Abbiamo un quadro complessivo del rischio per i nostri fornitori? Come vengono individuati i fornitori maggiormente legati al nostro business? Il rischio legato al business e quello legato agli acquisti vengono visti/valutati in maniera separata o complessivamente?
  2. La nostra Supply Chain è sufficientemente dinamica? Abbiamo sviluppato operazioni flessibili, un portafoglio fornitori diversificato e con visibilità globale?
  3. Chi sono i nostri partner? Conosciamo il loro profilo di rischio operativo e finanziario? Quali fornitori di terze parti e controparti abbiamo?
  4. Se dipendiamo per un prodotto critico (es.: materie prime) da un unico fornitore, ci siamo chiesti cosa accadrebbe se il fornitore non potesse più consegnare?
  5. Come facciamo ad individuare i rischi? Come facciamo a valutarli ed a misurarli?
Rischio nel Procurement, ecco il ruolo del Management
  1. Abbiamo integrato le pratiche di gestione del rischio in tutte le funzioni aziendali al fine di garantirne la comprensione, l’impegno e l’allineamento?
  2. Abbiamo incorporato le considerazioni di rischio in tutte le operazioni aziendali e collegato tali considerazioni con i più importanti processi aziendali?
  3. Abbiamo chiara la titolarità del rischio: sono ben definiti i ruoli e le responsabilità per gestire il rischio? In alternativa, abbiamo un comitato di gestione dei rischi? In sostanza, abbiamo le risorse per verificare le tendenze emergenti, i progressi e i risultati ottenuti
Focus sui processi critici
  1. Esiste un processo aziendale per identificare le categorie di forniture critiche?
  2. I Fornitori sono segmentati al fine di identificare e dare priorità a quelli critici per la continuità del business?
  3. Come vengono implementate e monitorate le azioni sul processo di pianificazione? Quali attività di monitoraggio vengono messe in atto per assicurare che i rischi siano gestiti e che seguano adeguate azioni conseguenti alla valutazione dei rischi? Quali monitoraggi delle attività sono in atto per garantire che i rischi sono gestiti e piani d’azione siano attuati? Il nostro piano d’azione è sostenuto da risorse adeguate ad affrontare le questioni strategiche legate al rischio e ad attuare le relative azioni strutturate e non solo quelle sintomatiche?
  4. Facciamo attività proattive di aggregazione del rischio per assicurare: che le interdipendenze di rischio vengano individuate e gestite, che i costi per la gestione dei rischi siano sfruttati efficacemente?
  5. I processi di gestione del rischio sono coerenti con l’intera organizzazione e sono essi collegati con tutti gli altri importanti processi aziendali?
  6. Comunichiamo internamente gli sforzi messi in atto e i risultati della gestione del rischio nel Procurement?
Raccolta dati e reports
  1. Abbiamo dati sufficienti per individuare efficaci strategie di gestione del rischio delle forniture?
  2. Riusciamo a delineare potenziali scenari futuri?
  3. Abbiamo appropriati strumenti analitici per identificare, misurare e monitorare i rischi operativi?
  4. Sappiamo quali sono i rischi nella supplychain che siamo in grado di gestire?
  5. I nostri reports sono pertinenti e mirati? Forniscono informazioni chiave in modo tempestivo?
  6. Di quali dati abbiamo bisogno per produrre tali reports?
  7. Una volta ottenuti i dati giusti, quali tipi di analisi sono necessarie per prevedere e identificare i rischi?
  8. I nostri reports includono metodi analitici per valutare gli attuali sforzi di gestione dei rischi, i cambiamenti nell’ambiente di rischio e indicano quando è necessario l’intervento?
  9. I reports vengono posti all’attenzione del top management?
  10. I reports vengono strutturati in modo che creino visibilità sui rischi chiave, mostrino strategie di mitigazione e anche strategie globali di gestione del rischio?

A tutte queste domande esistono già delle possibili risposte.

Cosa fanno le aziende “Best in Class” nella gestione del Procurement Risk?
  • Pongono attenzione al rischio dei fornitori e della volatilità dei prezzi quando gestiscono le relative strategie di acquisto per le differenti categorie merceologiche
  • Sviluppano modalità innovative per monitorare i rischi ed implementare le procedure e strumenti per ridurre il rischio
  • Integrano le iniziative sulla gestione del rischio con il processo di sourcing strategico (esempio: valutazione dei fornitori)
  • Collaborano con i fornitori per rilevare rapidamente rischi e neutralizzare i problemi connessi al rischio prima che questi si trasformino in “incidenti”
Come si può tenere una tracciatura continua dei potenziali rischi ed aumentare gli “alerts” (monitoraggio del rischio)?
  • Identificando e valutando il livello di rischio nelle fasi chiave del processo di sourcing strategico (individuazione dei fornitori strategici)
  • Identificando, valutando e monitorando costantemente i rischi chiave con fornitori critici in ogni fase della catena di approvvigionamento
  • Monitorando le varie categorie di fornitori e le diverse aree geografiche e culture
  • Utilizzando fonti di dati esterne per il monitoraggio continuo dei mercati di approvvigionamento, della situazione finanziaria dei fornitori, etc.
  • Collaborando con selezionati fornitori critici, concordando e creando “sistemi di allarme” per la prevenzione dei rischi
Come si può agire rapidamente e in modo appropriato per ridurre al minimo i rischi già in atto (mitigazione del rischio)?
  • Sviluppando un processo per la misurazione dell’impatto degli incidenti e migliorando continuamente le procedure di gestione del rischio
  • Coinvolgendo l’intera organizzazione in caso di incidenti con piani di mitigazione (chi fa, chi decide)
  • sviluppando piani di mitigazione in particolare per i fornitori critici

Come premesso con questa serie di domande e alcune possibili risposte ho solo voluto introdurre un argomento, quello del Rischio nel Procurement, allo scopo di prenderne coscienza e cominciare a considerarlo una parte fondamentale nella gestione degli acquisti e di tutta la Supply Chain da gestire in maniera sempre più razionale e strutturata.

E-Procurement

e-procurement

E-Procurement: ecco tutti i Reali Vantaggi e Benefici!

Sempre più frequentemente in ProcOut, in particolare in questo periodo in cui ci troviamo al fianco del nostro Zycus a proporre una piattaforma evoluta di e-Procurement a nuovi e di solito grandi clienti, ci vengono spesso poste delle domande che ci fanno capire che c’è ancora una scarsa informazione su quali siano effettivamente tutti i vantaggi e benefici nell’utilizzo di una suite di e-Procurement. Abbiamo quindi deciso di fare un elenco quanto più esaustivo possibile di tali grandi vantaggi e benefici.

eprocurement

Premessa

Un adeguato sistema di e-Procurement avrà molti vantaggi e benefici: di tipo transazionale, di gestione delle informazioni, di conformità, nella gestione dei pagamenti che vanno ben oltre il semplice risparmio di processo e costi.

Ma ecco qui di seguito l’elenco dettagliato di tali vantaggi e benefici

Transazionali

I benefici transazionali di un sistema di e-Procurement sono tra i più evidenti: razionalizzazione dei processi, riduzione dei costi di processo, e un migliore controllo dei pagamenti.

Processo di Razionalizzazione

Automatizzando la maggior parte del processo, con un sistema e-Procurement si riduce considerevolmente il tempo necessario per effettuare un Ordine di Acquisto ed elaborare la fattura risultante per il pagamento, liberando personale per attività più strategiche ed a maggiore valore aggiunto. Alcuni studi dimostrano che chi opera in ambito Acquisti, spesso trascorre un terzo del suo tempo solo per la revisione e l’elaborazione di richieste d’acquisto cartacee. Quindi, con l’automazione del lavoro di ufficio si semplifica notevolmente il processo riducendo le attività a scarso valore aggiunto.

Riduzione dei costi di processo

Riducendo notevolmente la quantità di manodopera necessaria per processare, piazzare e pagare un ordine, un sistema di e-Procurement fornirà all’organizzazione con un notevole risparmio economico.

Si potrebbe inizialmente pensare che i costi connessi con l’e-Procurement siano minimi rispetto ad altri costi, e che eventuali risparmi associati con l’implementazione di un sistema di e-Procurement potrebbero in effetti essere trascurabili, ma se si considerano le varie fasi legate ad un ciclo di acquisto: creazione di una Richiesta di Acquisto, identificazione di una rosa di fornitori, emissione di Richiesta d’Offerta, valutazione/confronto delle offerte, emissione di Contratto/Ordine di Acquisto ed infine legare l’ordine alla relativa fattura per poi pianificare un pagamento, i costi naturalmente si sommano… vediamo un po’ di numeri:

Secondo studi eseguiti negli USA i costi amministrativi per ogni ordine di acquisto emesso variano da circa €100 a €250 (fonte Gartner Group, 2001), mentre il costo tramite un sistema efficace di e-Procurement a regime scenderebbe a circa €30, equivalente ad una riduzione anche di circa l’85%. Tali costi sono imputabili al personale, uffici, costi telefonici, inefficienze nel sistema degli ordini/magazzino, costi di non conformità, costi di management delle forniture, e altro.

I sistemi di e-Procurement permettono miglioramenti di prestazioni aziendali anche sul fronte dei Supply Cycle time (tempi di attraversamento del ciclo di Procurement) e dei costi di magazzino (conseguentemente): secondo studi condotti da Aberdeen Group su un gruppo di grandi aziende che hanno implementato l’e-Procurement, da una media di 7,3 giorni richiesta dal ciclo tradizionale/manuale di Procurement, si è passati a circa 2 giorni; i costi di magazzino hanno avuto una riduzione compresa tra il 25 ed il 50%.

Infine molte stime evidenziano che il costo di elaborazione di una fattura in un’organizzazione media è di oltre € 100 e il risparmio associato all’uso di un sistema di e-Procurement varia dal 70% al 90% per fattura.

Migliore Cash Management

Automatizzando il pagamento, nonché il relativo processo, un sistema di e-Procurement consente a un’organizzazione di scegliere quando sia più opportuno e conveniente pagare. Ciò è particolarmente importante se un fornitore propone di applicare uno sconto per un pagamento anticipato. Invece, con una maggiore visibilità dello stato della fattura e del cash flow, potrà essere l’acquirente a proporre pro attivamente al fornitore uno sconto a fronte di un pagamento anticipato in modo che entrambe le parti ne possano trarre beneficio.

Conformità

I vantaggi di conformità di un sistema di e-Procurement vanno però ben al di là di una semplice standardizzazione ma: aiutano il processo approvativo, riducono gli Acquisti Maverick ed in molti casi riducono la possibilità delle frodi.

Processi Standardizzati

Un sistema di e-Procurement standardizza i processi in tutta l’organizzazione. Questo porta automaticamente la conformità ad un livello superiore dal momento che tutti coloro che acquistano dovranno seguire lo stesso processo attraverso lo stesso sistema. 

Approvazioni automatizzate della spesa

Un buon sistema di e-Procurement non permetterà coloro che gestiscono il processo di acquisto di aggirare le approvazioni necessarie in quanto tutte le richieste di Acquisto, nel momento della loro creazione, arriveranno automaticamente ed in tempo reale agli approvatori competenti.

Riduzione degli Acquisti Maverick

Tra i grandi vantaggi di conformità di un sistema di e-Procurement c’è quello di impedire gli Acquisti Maverick (sono quegli acquisti che avvengono infrangendo le regole stabilite dalle procedure aziendali e bypassando i processi di Procurement definiti o più semplicemente dagli acquisti effettuati all’interno di un’organizzazione che non sono in conformità con le condizioni contrattuali negoziate).

Ma come? Forzando tutti coloro che acquistano ad utilizzare il sistema e quindi gestendo tutte richieste di acquisto attraverso i canali appropriati. Considerando che alcuni sondaggi hanno rilevato che, in alcune organizzazioni, oltre il 25% delle spese indirette sono fuori contratto/ordine, da solo questo vantaggio potrebbe quasi giustificare l’acquisizione di un sistema di e-Procurement.

La Riduzione delle Frodi

Un sistema di e-Procurement potrà includere anche la gestione delle Spese di Viaggio semplicemente integrandosi con il sistema aziendale che gestisce le Spese di Viaggio. Questo permetterà di applicare le necessarie autorizzazioni allo scopo prevenire frodi e abusi. La realtà è che, senza controlli, è più probabile che si possano generare operazioni discutibili o addirittura fraudolente soprattutto in una grande organizzazione.

Gestione dell’informazione

Anche i vantaggi di gestione delle informazioni di un sistema di e-Procurement sono abbastanza consistenti. Tali vantaggi sono legati a più rapide risoluzione di interrogazioni sostenute da potenti funzionalità di ricerca, ad una collaborazione online, alla risoluzione delle controversie online, al miglioramento della qualità dei dati di contabilità permette di effettuare pagamenti tempestivi senza errori.

Miglioramento della qualità nella gestione dei pagamenti

Un sistema di e-Procurement completo che centralizza gli ordini di acquisto, le entrate merci, le fatture e le registrazioni di pagamento aumenta in modo esponenziale la qualità, l’accuratezza, la completezza dei pagamenti e della gestione delle fatture. Considerando che dati non corretti portano di solito a decisioni sbagliate, diventa molto prezioso poter ridurre in modo significativo la quantità di dati non validi nei sistemi aziendali. Ciò consente una migliore modalità e pianificazione dei pagamenti con la possibilità di evidenziare pagamenti effettuati per errore in eccesso e con conseguente riduzione delle frodi.

Vantaggi del pagamento elettronico

Il vantaggio più evidente di un sistema di e-Procurement è di pagamento elettronico, che dovrebbe includere il supporto P-card (Purchasing Card), il controllo elettronico e il trasferimento elettronico di fondi.

Aumento della corrispondenza contratto-fattura-pagamento

Un sistema automatizzato che memorizza tutti gli ordini di acquisto, le entrate merci e le informazioni relative al contratto aumenta notevolmente la possibilità che una fattura possa essere abbinata dal primo momento, assicurando una corretta riconciliazione e il relativo pagamento. 

Aumento della spesa tenuta sotto controllo

Ovviamente, più è la spesa che viene gestita attraverso il sistema di e-Procurement, tanta più spesa viene gestita in maniera completa (end-to-end), dalla fase di Sourcing all’approvvigionamento fino a tornare al Sourcing, ciò offre il massimo valore ad una organizzazione, dal momento che ogni euro di spesa viene gestito in modo corretto e tenuto sotto controllo.

Alta visibilità delle prestazioni del fornitore

Più grande è la spesa gestita attraverso il sistema di e-Procurement, più visibilità un’organizzazione ha sulle prestazioni del fornitore dalla consegna, alla fatturazione ed alla collaborazione.

Controllo dell’aumento del numero dei fornitori

Senza una buona visibilità degli acquisti e dei dati di spesa, una organizzazione non può rendersi conto con quanti fornitori sta avendo rapporti di business. Di solito, il numero di fornitori con i quali una organizzazione ha rapporti è in realtà molto più alto rispetto al numero dei fornitori che una organizzazione senza una buona visibilità ritiene di avere.

Tale buona visibilità consente a un’organizzazione di razionalizzare e consolidare la propria spesa con un giusto numero di fornitori e permetterà a chi deve operare negli acquisti di sapere se l’organizzazione ha già rapporti con un fornitore che possa fornire un bene o servizio necessario. Dover gestire un numero di fornitori esagerato rispetto alle effettive esigenze di acquisto non fa altro che aumentare la complessità dei costi legati alla elaborazione delle fatture, alla effettuazione dei pagamenti ed al mantenimento di tutti i dati dei fornitori rilevanti nei diversi sistemi aziendali. Naturalmente è sconsigliabile una razionalizzazione che porta ad avere singoli fornitori per le varie categorie di spesa ma è altresì sconsigliabile avere un elevato numero di fornitori per singola categoria di spesa di beni e servizi.

Riduzione dei costi di magazzino

e-Procurement vuol dire anche cicli di approvvigionamento ridotti che a loro volta comportano il vantaggio di un migliore controllo dei cicli di inventario e costi di inventario dal momento che un acquirente non avrà bisogno di stimare la domanda con largo anticipo.

Supply Collaboration

Un sistema di e-Procurement con un buon portale fornitori, può migliorare notevolmente la collaborazione tra un acquirente e un fornitore, soprattutto se un tale sistema permette al compratore e fornitore di interagire on-line in tempo reale!

Evoluzione Culturale

L’implementazione di un sistema di e-Procurement in tutta l’organizzazione porterà ad una evoluzione culturale. A condizione che l’approccio al sistema sia graduale e con una corretta implementazione, solo così il cambiamento culturale sarà una evoluzione positiva nella diffusione delle migliori pratiche di gestione degli acquisti in tutta l’organizzazione.